Può la comunicazione contribuire a rendere ingiustamente illegale qualcosa?
Ebbene sì, è la triste storia capitata a una pianta, la canapa, dopo millenni di esistenza, portando benefici all’uomo e all’ecosistema, le sue sorti sono state decise da uomini che hanno sfruttato il potere delle parole per demonizzarla.
CANNABIS = DROGA
Ma come si è arrivati a questa conclusione?
La storia è lunga e complessa ma cercherò di darti qualche pillola in modo da capire in modo semplice cos’è successo.
Siamo negli USA agli inizi del 1900; parte la campagna di disinformazione, falsità e terrorismo contro la canapa. Molti bollettini scrivevano ripetutamente messaggi discriminatori, ecco alcuni esempi:
“la marijuana è la più pericolosa sostanza mai apparsa nella zona ed i suoi effetti nefasti possono trasformare i buoni uomini bianchi in neri e cattivi”
“La marijuana è una droga che crea dipendenza e spinge i suoi consumatori verso la follia, la criminalità e la morte”
Un esempio concreto fu il caso di Victor Licata, che usò un’ascia per uccidere tutta la sua famiglia nel 1933. Fu un evento orribile che Anslinger sfruttò, convincendo i media a spacciare l’idea che Licata fosse impazzito per aver fumato marijuana, anche se non c’erano prove a sostegno. All’assassino fu infine diagnosticata la schizofrenia e la ben documentata storia di malattia mentale della sua famiglia fu resa nota al pubblico, ma il danno per la marijuana era già stato fatto.
I titoli dei giornali per anni recitavano: “I messicani coltivano erba e gli studenti la fumano, dice il capo della polizia” e “UCCIDE SEI PERSONE IN OSPEDALE. Un messicano, impazzito per la marijuana, si scatena con un coltello da macellaio”.
E sapete il perché di tutto questo?
Puramente per interessi economici, che hanno ampiamente impattato sul nostro presente, sfruttando il razzismo.
Per iniziare, il potere federale, aveva creato due agenzie: la Federal Bureau of Investigation – FBI e la Federal Bureau of Narcotics - FBN. Nel 1930, il ministro del Tesoro, Andrew W. Mellon, aveva nominato come capo della FBN il marito di sua nipote, Harry J. Anslinger. Il banchiere Mellon, in quel momento, aveva moltissimi interessi finanziari, tra cui in una fabbrica di materiali bellici che si stava avvicinando alla nascente industria chimica: la DuPont.
Il programma della DuPont, come industria, era chiaro: favorire le plastiche sintetiche (fatte attraverso il petrolio, attraverso i procedimenti chimici), anziché quelle estratte dai prodotti naturali.
Sì perché la canapa era (ed è) un’ottima materia prima da utilizzare nei processi industriali; Henry Ford aveva addirittura dato vita alla Hemp Body Car, auto realizzata ed alimentata con canapa, super resistente.
(per i curiosi questo il link del filmato https://www.youtube.com/watch?v=srgE6Tzi3Lg)
Ma andiamo avanti nella storia per scoprire uno dei tasselli fondamentali...
Altro soggetto da non sottovalutare è J.D. Rockfeller, proprietario della Standard Oil e della nascente industria farmaceutica, che insieme ai suoi collaboratori si batterono per abbattere nella farmacopea le cure naturali a base di erbe, per sostituirli con prodotti sintetici, gli attuali farmaci.
Tuttavia, per cercare di scuotere l'opinione pubblica contro questa nuova "droga assassina” ci sarebbe voluto qualcuno in grado di farlo, per esempio un "magnate dei media" come diremmo oggi, qualcuno che riuscisse a comunicare con un sacco di persone, e che fosse disposto a dare una mano. E Anslinger, trovò l'uomo che faceva al caso suo: William Randolph Hearst, che organizzò una campagna di (dis)informazione da far invidia a qualsiasi giornalista del giorno d'oggi.
Ma cosa spinse veramente Hearst a fare questo e come ci riuscì?
Odiava i messicani, dato che Pancho Villa, nel 1898 gli aveva requisito 800.000 acri di terra nel nord del Messico, e già dal 1916 aveva iniziato a montare una serie di attacchi contro questa "potentissima" sostanza.
Usando in modo ripetitivo e persuasivo l’oscuro termine slang messicano “marijuana” e non chiamando mai la pianta con il suo vero nome (o come era conosciuta) ossia hemp o cannabis.
Mica male il potere delle parole, considerando che dopo quasi 100 anni il messaggio che avevano dato allora è ancora attuale.
Ancora oggi, si leggono sui giornali, anche di un certo livello, articoli scritti da ciarlatani o pseudo giornalisti che scrivono sulla base di slogan di politici sullo stile Anslinger che lanciano bombe di baggianate sul tema.
Il sapere mi ha dato una visione completamente diversa rispetto a quello che avevo sentito dire da sempre sulla cannabis. Ho capito l’importanza di informarsi prima di giudicare e soprattutto il perchè di tanto odio verso una pianta.
Comprendere il passato significa cambiare il futuro.
Dopo anni di lavoro nel settore e sperimentazione in prima persona di prodotti posso dire in tutta onestà che la canapa non è droga, anzi, sicuramente sono stupefacenti gli effetti benefici che ha sul corpo umano. Basta ascoltare i malati che si curano con la cannabis terapeutica.
Ho conosciuto ragazzi che sono passati da una sedia a rotelle a stare in piedi, anche se per qualche minuto, ho visto malati di sclerosi multipla vivere una vita dignitosa come gli altri, vedi l’esempio di Alessandro Raudino dell’associazione Cannabis Cura Sicilia, ho parlato con gente che ha eliminato diverse medicine che assumeva quotidianamente, tutti grazie alle proprietà di questa pianta.
Sentire queste persone etichettate dalla società come dei “cannaioli”, “tossici”, “drogati”, o veder fare abuso di potere su di loro, lo trovo profondamente ingiusto. Per non parlare di tutte quelle persone che in questi anni sono state perseguitate e vittime di un sistema marcio.
La canapa è una pianta dai molteplici utilizzi, tipo alimentare, fitodepurazione, tessile, bioedilizia, bioplastica, e tanto altro.
(per i temerari si consiglia la visione e l’ascolto della canzone “Il Seme della Saggezza”… https://www.youtube.com/watch?v=dizicxrVNjU)
E come il titolo del libro scritto da un caro fratello di battaglia Mario Catania …
Il futuro è verde Canapa! 💚
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